Chiesa di Sant'Antonio

Nel nucleo centrale del borgo, le cui abitazioni mantengono la tipologia della tradizionale casa campidanese in mattoni crudi, si trova, affacciata sull’alberata piazza principale, la parrocchiale di S.Antonio Abate, costruzione originariamente tardo-gotica.

La sua facciata, senza timpano fino al 1923, è stata restaurata più volte. Nel citato anno venne anche convertita in circolare la forma rettangolare del finestrone della facciata. Il portale è di stile lombardo, ad arcate concentriche, che porgiamo su pilastri polistili. Sulla facciata è murata una lapide con una epigrafe, relativamente recente (26.11.1950) che ricorda la Visitatio Mariae. A sinistra, per chi guarda la facciata della chiesa, si erge il campanile. Nel 1815 fu sopraelevato per ottenere una cella campanaria, ma, purtroppo, non si tenne conto dello stile della facciata della chiesa. Curioso è il fatto che il mecenate dei lavori di sopraelevazione del campanile vi fece apporre una lapide con epigrafe, in cui si lamentava della ingratitudine della gente (decimesi).

L’interno della Chiesa è costituito da una navata frammezzata da tre archi a sesto acuto e fiancheggiata dalle cappelle più antiche, pure con archi a sesto acuto e con volte a crociera, e a sinistra da cappelle più recenti, con archi a tutto sesto e a volte a botte. Il soffitto della navata è di tavole di legno, sostenute da travi pure di legno.

Nel coro sono ancora riscontrabili forme strutturali del medio evo.

L’altare maggiore fu fatto costruire dal can. Giacomo Spiga Prebendato di Decimo, Cancelliere delle Contenzioni e Giudice delle Appellazioni. In origine erano di marmo solo la mensa e il paliotto, il resto in legno dorato. Ma nel 1789 esso fu tutto completato in marmo. Un’iscrizione ricorda chi lo fece costruire: Abb. Don Iac. Spiga Can. Huius Prebendae et Ap. Et Reg. Cancell. Fieri Fecit.

Degni di nota sono ancora nella Chiesa:

  • una pila per l’acqua santa del secolo XVI, che porta il nome dell’Arcivescovo Del Val, che resse la diocesi di Cagliari dal 1587 al 1595. Sull’orlo marmoreo circolare della coppa è stata incisa la seguente iscrizione: HICOSE POR MANDADO DEL(L) ILL.MO Y R (EV.)MO S(ENO)R DON (FRANCIS)CO DEL VAL ARC(O)B(IS)P(O) DE CALLER SIENDO CANONIGO EL IL(USTRE) S(ENOR) HIER (ONIMO) BRV.

  • Il fonte battesimale, su base di marmo con intarsi, reca la data 1744.

  • Il Lavandino di marmo della sacrestia, opera del secolo XVII.

 

Tra le sculture e le pitture, segnalate anche nelle visite pastorali (Relazioni Scritte) ricordiamo un’antica statua della Madonna d’Itria, d’ignoto autore e un quadro con la Vergine, il Bambino e S.Filomena, che sembra essere del Caboni. Degni di essere ricordati per un certo valore artistico e antiquario sono i seguenti oggetti d’argento:

  • La Croce parrocchiale con lo stemma crociato dei Trinitari.

  • Croce d’altare con piede a volute e foglie cesellate.

  • Candelabri, alcuni con piedi cesellati.

  • Carte Gloria di stile barocco; la centrale reca la figura di S.Greca, lavoro di cesellatura del secolo XVIII.

  • Reliquario di Santa Greca (secolo XVIII).

  • Lampada lavorata a sbalzo e cesellata (secolo XVIII).

  • Secchiello e aspersorio per l’acqua benedetta.

Questi ed altri oggetti di pregio vengono usati nelle feste più solenni.